Il crowdfunding: la colletta moderna


Nonostante la nostra epoca sia segnata da un accentuato individualismo, in cui è facile confondere l’essere con l’avere, c’è ancora posto per l’arte del donare e il crowdfunding ne è la dimostrazione.

Il termine crowdfunding è un neologismo frutto dell’accostamento di due parole inglesi: crowd, folla, e funding, finanziamento. Grazie a questo fenomeno la folla può contribuire, attraverso il pagamento di somme di denaro, anche piccole, alla realizzazione di progetti con scopi sociali o di natura imprenditoriale.

Si tratta di una moderna versione di quella che in passato si sarebbe definita “colletta” e non si riferisce esclusivamente a una modalità di raccolta fondi, ma a un vero e proprio fenomeno umano, sociale ed economico.

Il crowdfunding è infatti una possibile soluzione alle difficoltà nel reperire le risorse finanziare, che può essere definito sinteticamente come: “un processo di collaborazione tra più persone che decidono di stanziare il proprio denaro – in linea di massima piccole somme – per sostenere gli sforzi, i progetti e le visioni di altri privati cittadini, ma anche di aziende, enti e organizzazioni”.

La sua origine risale alla fine degli anni novanta, quando la connettività via web tra le persone cominciò a crescere e ad andare oltre il semplice scambio di email. Il suo sviluppo è stato reso possibile dalle opportunità comunicative offerte dai social network che hanno permesso di generare quel senso di appartenenza tipico di una community, che supera la donazione e fa diventare ogni partecipante fruitore e protagonista.

Così, accanto al “mi piace” e al “ti seguo” è comparso il “ti sostengo”: mi piace il tuo progetto tanto che lo diffondo e, in più, partecipo alla sua realizzazione con uno stanziamento economico.

Il crowdfunding nasce del crescente bisogno di una generazione iper-connessa e digitale che, riconoscendo il valore sociale ed emozionale di un determinato progetto, unisce in rete le proprie risorse finanziarie per realizzare qualcosa di utile. Tutto ciò permette di superare la burocrazia, abbatte le barriere tradizionali dell’investimento finanziario, contrasta la crisi socio-economica, favorisce la crescita del territorio e soprattutto consente a chiunque ha un’idea la possibilità di poterla concretizzare.

Citando la rete, è immediata l’associazione con il contratto di franchising, in cui la partecipazione al “progetto” rafforza il senso di appartenenza, stimola il ripristino di un legame comunitario, emozionale, profondo, con un vero e proprio senso di comunione e condivisione.

Uno dei primi esempi di crowdfunding è offerto dal gruppo rock inglese Marillion, quando nel 1997 riuscì a raccogliere 60.000 dollari per finanziare un tour negli Stati Uniti: il Tour Fund.

Esempio più recente e caso giornalistico senza precedenti, è quello che vede protagonista il giornale online olandese De Correspondent: prima ancora che esistesse, in poco più di tre settimane, aveva ricevuto quote di abbonamenti annuali da 60 euro ciascuno, pari a un totale di 1 milione e 300 mila euro. Il progetto, lanciato nel marzo 2013 da Rob Wijnberg (ex caporedattore del quotidiano Nrc Next e Harald Dunnik) insieme a un gruppo di giornalisti, è stato condotto attraverso un sito proprio e rilanciato in tv e sugli altri media. La promessa era quella di creare un mezzo indipendente dalle altre testate giornalistiche per andare oltre la notizia, cercando di esaminarne cause, contesto e implicazioni, mettendo gli ideali al posto dell’ideologia e il giornalismo prima del profitto. Una garanzia di qualità, espressione dei migliori esperti di ogni settore e nessuna pubblicità, che ogni giorno fa registrate sul sito tra le 25 mila e le 30 mila presenze.

L’esempio italiano più rilevante riguarda la raccolta fondi per la ricostruzione della Città della Scienza di Napoli, distrutta da un incendio doloso nel marzo 2013: attraverso la piattaforma DeRev sono stati raccolti 1.463.867,00 euro, con un coinvolgimento di oltre 2.500 investitori e soprattutto su una massiccia partecipazione popolare.

Chi lancia una campagna di crowdfunding promette a chi partecipa delle quote, dei benefit, o ricompense, che possono essere sia digitali sia materiali.

In genere all’investimento di denaro è collegata una ricompensa materiale o un’esperienza che può essere rappresentata da un gadget personalizzato, dalla semplice lettera personale di ringraziamenti o alla partecipazione di un evento come ospite speciale. Un esempio classico può essere il finanziamento di un cd musicale di un artista emergente, per cui la “ricompensa” potrebbe essere rappresentata da un biglietto in prima fila o da un pass per i suoi concerti, piuttosto che una copia dello stesso cd autografato.

Tale metodologia di finanziamento – detta “reward-based” – è la stessa utilizzata per raccogliere fondi durante la campagna elettorale della prima elezione del Presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama.

Altri modelli riguardamo il “donation-based”, il quale consiste in una mera donazione di una somma di denaro al fine di sostenere un’attività o un progetto; il “social-lending”, un microprestito da privato a privato con forme vantaggiose di interesse per chi dà e per chi riceve, e l’“equity-based”, che mira a sostenere la nascita di startup innovative o l’ampliamento di quelle esistenti.

Come nell’effetto farfalla, il piccolo gesto di ognuno può creare valore e dar vita allo straordinario fenomeno del crowdfunding” [Alessandra Leone, “Crowdfunding: La rivoluzione del web per creare ricchezza”].

Sebbene il funzionamento del crowdfunding sia semplice, le idee che vengono finanziate devono essere originali, ben strutturate e comunicate in modo adeguato.

Infatti la creatività da sola non basta, è dispensabile avere un budget da investire e sul quale costruire la “propria fortuna” ed essere onesti con le ricompense. Il “goal” non deve essere troppo ambizioso, ma coerente con l’investimento necessario per produrre l’idea. Inoltre, è indispensabile pianificare una strategia di comunicazione per coinvolgere il pubblico di interesse sia online che offline. Strategico è anche creare un network con altri autori di campagne affini e fare delle “cross promotion” – uno scambio reciproco di promozione – tra campagne per scambiarsi i “backer” o finanziatori, e guadagnarci a vicenda.

Dal momento dell’impatto della crisi finanziaria globale, il crowdfunding è passato dall’essere un fenomeno di nicchia del Web 2.0 a un business che secondo il rapporto di Massolution, ha fatto girare nel 2014 16,2 miliardi di dollari con una crescita del 167% nel 2015 [fonte: equitycrowdfundingitalia.org].

In Europa, secondo uno studio commissionato dalla Commissione Europea, questo strumento ha toccato volumi pari a 4,2 miliardi di euro nel 2015, dove l’Inghilterra risulta il paese più attivo con 143 piattaforme, seguito dalla Francia (77) e dalla Germania (65).

Secondo una ricerca della crowd-company Starteed, al 15 maggio 2016 in Italia le campagne con esito positivo hanno raccolto con questo strumento 67 milioni di euro.

Di seguito i risultati delle varie piattaforme, suddivisi per metodi di raccolta [fonte: vita.it]:

 

Reward e Donation

  • DeRev, 92 progetti, 1.704.573,00 euro
  • Eppela, 385 progetti, 2.610.467,00 euro
  • Musicraiser , 751 progetti, 2.895.000,00 euro
  • Produzioni dal Basso, 1.208 progetti, 2.708.882,00 euro
  • Rete del Dono, 3.071.657,00 euro
  • BeCrowdy, 50 progetti, 245.706,00 euro
  • TIM WithYouWeDo, 18 progetti, 598.426,00 euro
  • Idea Ginger, 42 progetti , 305.795,00 euro
  • Innamorati della Cultura, 7 progetti, 67.643,50 euro
  • Schoolraising, 31 progetti, 54.878,00 euro
  • Sportsupporter, 8 progetti, 1.640,00 euro
  • UpSpringer, 3 progetti, 1.005,00 euro
  • Funditaly, 1.350,00 euro
  • Fidalo, 4 progetti, 13.290,00 euro
  • Mecenup, 6 progetti, 10.700,00 euro
  • Universitiamo, 264.861,00 euro
  • Progetto Civibanca, 5 progetti, 566,00 euro
  • Buonacausa, 1.098 progetti, 2.141.057,08 euro
  • Proposizione, 3 progetti, 3.303,00 euro
  • Triboom, 2 progetti, 6.405,00 euro
  • Planbee, 3 progetti, 74.218,00 euro
  • Bookabook, 36 progetti, 90.056,00 euro
  • Kendoo, 37 progetti, 253.759,00 euro
  • Limoney, 10 progetti, 61.955,00 euro
  • Fior Italy, 1 progetto, 162.365,00 euro
  • Gigfarm, 8 progetti, 5.790,00 euro
  • Shinynote, 63 progetti, 121.183,00 euro
  • Crowdfunding Italia, 1 progetto, 475,00 euro
  • Pubblico bene, 12 progetti, 7.594,58 euro
  • Altroconsumo WeTestWater, 3.590,00 euro
  • Meridonare, 5 progetti, 115.006,00 euro
  • Nowfunding, 1 progetto, 5.797,00 euro

Totale Donation Reward = 17.646.093,66 euro

 

Equity

  • Mamacrowd, 219.746,00 euro
  • StarsUp, 1.429.000,00 euro
  • Unicaseed, 158.000,00 euro
  • Assiteca Crowd, 928.000,00 euro
  • Next Equity, 453.000,00 euro
  • Crowdfundme, 96.000,00 euro
  • TipVentures, 435.000,00 euro
  • Investi-re, 117.000,00 euro
  • WeAreStarting, 60.000,00 euro
  • Muum Lab, 50.000,00 euro

Totale Equity = 3.945.746,00 euro

 

Lending

  • Smartika, 4.475 progetti, 22.685.600,00 euro
  • Prestiamoci, 598 progetti, 3.100.000,00 euro
  • Borsa del Credito, 116 progetti, 1.571.625,20 euro
  • Terzo valore, 17.079.739,00 euro

Totale Lending = 44.436.964,20 euro

Do it Yourself

  • Festival Internazionale del Giornalismo, 115.420,00 euro
  • Slow Food 100 orti, 84.020,00 euro
  • Pandora TV, 55.031,00 euro
  • Mag Verona, 18.160,00 euro
  • Radio105 Caritas, 18.019,00 euro
  • Palazzo Madama Torino, 96.103,90 euro
  • Un passo per San Luca, 339.743,00 euro
  • Valigia Blu, 15.080,00 euro
  • Slow Food WeFeedThePlanet, 303.880,00 euro

Totale DIY = 1.045.456,90 euro

Totale Crowdfunding Italia: 67.074.260,76 euro

 

[Stefania Giuseppetti per AZ Franchising]