Il pensiero antitetico: per risolvere i problemi basta capovolgerli


Per riuscire nella vita così come nel lavoro bisogna possedere tante qualità. Bisogna essere innovatori, positivi, comprensivi, motivati, curiosi, disponibili al rischio, ambiziosi, socievoli, persuasivi, tenaci… Ma, soprattutto, per uscire da empasse negative bisogna saper escogitare soluzioni insolite ed originali, bisogna saper trasformare un evento negativo in uno positivo.
Un sociologo italiano, Enrico Cogno, impegnato nella creatività del Marketing, si è inventato una tecnica semplice ma estremamente brillante per sviluppare la creatività: il pensiero antitetico.
Questa forma di ragionamento è una delle tecniche più avanzate per affrontare in modo creativo le difficoltà a prima vista insolvibili. Basato sulla figura retorica dell’antitesi, che consiste nell’accostamento di parole e concetti contrapposti, il pensiero antitetico si differenzia dagli altri metodi perché utilizza in modo sistematico e costante il rovesciamento costruttivo dell’attuale modo di pensare. Il suo obiettivo è “rovesciare la negatività in positività”, quindi imparare a risolvere i problemi capovolgendoli. Ogni cosa che facciamo, ogni persona che incontriamo, ogni prodotto che produciamo ha inevitabilmente dei difetti. Siamo tra l’altro bravissimi nello scovarli, soprattutto negli altri, ma anche in noi stessi quando vorremmo essere sempre diversi da quel che siamo, condannando noi e gli altri ad identificarsi nelle parti negative piuttosto che in quelle positive. L’obiettivo del pensiero antitetico è “rovesciare la negatività in positività, quindi imparare a ragionare alla rovescia”.

Un esempio…
Alcuni anni fa si studiava l’insediamento di un villaggio turistico su un’isola di particolare attrattiva paesaggistica e ambientale, facilmente raggiungibile e di grande fascino. Nel rispetto delle norme ecologiche, venne progettato un grande centro vacanze. Si reperirono le risorse economiche necessarie per la realizzazione del progetto e venne indetta una conferenza stampa per presentarlo ai giornalisti e ai professionisti del settore. Un disastro: il fortissimo vento che soffiava scoraggiò gli ospiti, che fuggirono via in poche ore, chiedendosi come fosse possibile trascorrere le vacanze in un luogo simile. Il villaggio turistico rischiava, così, il fallimento… Gli organizzatori avviliti e spaventati per il futuro dei loro investimenti, chiesero agli architetti e ai costruttori di modificare i progetti abitativi. Il costo di questi interventi rischiava di rendere antieconomica l’operazione; inoltre il rischio d’insuccesso permaneva. Cosa fare? Fu necessario l’intervento di un gruppo di “problem solver”, i quali, piuttosto che cercare di neutralizzare il vento, decisero di utilizzarlo al positivo, riformulando il problema: quale può essere l’utilizzo di un centro vacanze spazzato regolarmente durante tutto l’anno da un fortissimo vento? Chi può ritenere questo un vantaggio?
La risposta: i velisti prediligono le località ventose!
E così, nell’isola, al posto del classico villaggio turistico, venne creato un grande centro velico, con annessa scuola, che divenne in breve un centro mondiale di regate e meta di turisti appassionati di vela.

Altra case history è quella della 3M. Era l’anno 1974 quando, nel Minnesota, la nota azienda internazionale impegnò ingenti somme di denaro per trovare la formula di un collante ad altissimo potere per speciali usi industriali: doveva essere una sostanza capace di non scollarsi per nessun motivo. Per una strana serie di reazioni chimiche venne fuori invece un collante debolissimo: fu un vero fiasco.
Casualmente questo adesivo, scartato con rabbia, venne tra le mani di un ricercatore il quale, per evitare alla moglie di rovinare la tinta delle pareti attaccando biglietti in cucina con il nastro adesivo, ne versò alcune gocce dietro ad un foglietto. Il foglietto si attaccava, ma poi si poteva staccare facilmente. Poi usò lo stesso collante per tenere fermi gli spartiti durante i suoi concerti nel coro di S. Paul, subito imitato da tutto il coro.
Sorpreso del grande successo che aveva quel “collante che non incollava” ne parlò in azienda. Bene, da quel momento è tutta una storia di successi. Chi non conosce i Post It? Il diffusissimo blocchetto dai foglietti colorati che si incollano con un tocco (ma hanno la possibilità di essere staccati e riutilizzati) è un prodotto ancora in forte espansione e rappresenta una delle fonti di maggior reddito per la 3M che lo produce. Solo in Italia se ne vendono più di 25 milioni all’anno. Era bastato scovare la positività rovesciando l’apparente negatività.
Il pensiero antitetico utilizza quindi un metodo semplice: rovesciare il problema, cercare di manipolare gli elementi dando una forma nuova, che prima non poteva essere vista.

[Stefania Giuseppetti per AZ Franchising]