IoT e marketing: tra mondo fisico e digitale


Da sempre ogni essere umano ha sentito il bisogno di connettersi con gli altri. Ma mai come oggi l’uomo avrebbe potuto immaginare di avere la possibilità di comunicare, in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, con persone lontane migliaia di chilometri; mai come oggi l’uomo avrebbe potuto immaginare che è possibile andare oltre e coinvolgere nel flusso delle comunicazioni tutte le cose che lo circondano.

Gli oggetti, che per loro natura non nascono per essere connessi, diventano intelligenti, si scambiano informazioni e agiscono in base a queste.

Stiamo parlando di “Internet delle cose” [Internet of Things, abbreviato nell’acronimo IoT], ovvero di sistemi intercomunicanti e intelligenti che mettono in contatto luoghi, persone e oggetti.

Secondo la definizione del vocabolario Treccani, “Internet delle cose” è una “rete di oggetti collegati tra loro, dotati di tecnologie di identificazione, in grado di comunicare sia reciprocamente, sia verso punti nodali del sistema, ma, in particolare, in grado di costituire un enorme network di cose, ciascuna delle quali è rintracciabile per nome e in riferimento alla posizione che occupa”.

Eric Schmidt, executive chairman di Google, sostiene che la rete smetterà di essere protagonista del nostro tempo perché verrà completamente assorbita da tutto ciò che ci circonda. La rete farà parte della nostra società: le informazioni usciranno dallo schermo del computer per viaggiare attraverso gli oggetti, grazie a sensori che perfezioneranno le loro funzioni. “Ci saranno così tanti indirizzi IP, device, sensori, tecnologie indossabili, cose con cui interagire che [Internet] non avrà più senso. Sarà parte della nostra vita per tutto il tempo. Immaginate di entrare in una stanza, dinamica, con la quale si può interagire”.

Così, ogni cosa che indosseremo o con cui avremo a che fare, sarà connessa.

Già oggi succede che molti utilizzano dispositivi IoT senza neppure saperlo.

L’aumento di dispositivi collegati e la crescita dello IoT stanno già cambiando il modo in cui operano le aziende. I dipendenti possono ora accedere alle applicazioni aziendali mentre sono in viaggio, senza essere vincolati alle reti aziendali e a specifiche posizioni geografiche.

La rivoluzione non sta avvenendo soltanto dal punto di vista della gestione, del tracciamento e dell’ottimizzazione delle “cose”, ma anche dal punto di vista della customer experience.

Così il marketing dal mondo fisico passa al contesto digitale.

Se il successo di un’azienda non dipende più solo dal suo prodotto o servizio, ma da come questi vengono vissuti dai consumatori, prima, durante e dopo l’acquisto, l’Internet delle cose permette di curare l’esperienza soprattutto nel post-vendita, accorciando ulteriormente la distanza tra consumatore e brand.

Infatti la tecnologia è utilizzata non solo per analizzare i dati che gli oggetti tra di loro si scambiano, ma anche quelli che producono attraverso l’interazione con chi li utilizza. Ancora di più, oltre la soddisfazione del bisogno e la facilità di utilizzo, è nel piacere dell’esperienza di acquisto che è rivolta l’attenzione.

Sia prodotti che servizi si trasformano in esperienza e le aziende, per mezzo della quantità dei dati raccolti, saranno in grado di personalizzare e soddisfare al meglio ogni singola esigenza individuale. Infatti, la nuova sfida per le aziende sarà quella di riuscire a rivolgersi ai propri clienti con il messaggio giusto in ogni momento della loro vita.

La dimensione concreta delle cose incontra quella immateriale dei sistemi operativi e dei software, i quali consentiranno alle aziende di fare previsioni molto accurate sia sul loro settore, sia sui consumatori.

L’attenzione dedicata alla customer experience può diventare un vero e proprio vantaggio competitivo, che permetterà ai brand di ottenere sui clienti un grado di influenza finora impensabile.

 

[Stefania Giuseppetti per AZ Franchising]