Quante volte abbiamo sentito dire che un’immagine vale molto più di mille parole? La nostra è indubbiamente l’epoca che segna il primato della visione, in cui la comunicazione è affidata alle immagini.
Attraverso l’integrazione della forma verbale (musica e parole) con quella visiva (immagini e simboli), otteniamo un’esperienza audio-visuale che permette di accedere a una quantità d’informazioni nettamente superiore a quella delle immagini fisse.
L’audiovisivo assume un ruolo straordinariamente maggioritario nel mercato dei media e dimostra di essere il mezzo di promozione più efficace per un’azienda e per sedurre il proprio target.
Sfogliando i manuali di semiotica degli spot, è evidente come cinema e pubblicità, sebbene rappresentano mondi distanti fra loro, siano entrambi influenzati dagli stessi principi linguistici e narrativi: il primo ha il permesso di sperimentare nuove soluzioni visive, nuove modalità d’espressione, nuove tecniche di montaggio; il secondo si è servito di queste sperimentazioni e tecniche per restituircele adattate ai suoi scopi.
Il cinema, da sempre considerato il più potente strumento di comunicazione di massa, è uno dei “mezzi classici” per gli investimenti pubblicitari.
Gli spot, che in televisione sono considerati “rumori di fondo”, oggetto di zapping e occasione per concentrarsi su qualcos’altro nell’attesa di riprendere a seguire il programma televisivo, al cinema diventano spettacolo.
Lo dimostrano i dati del fatturato pubblicitario del periodo gennaio-febbraio del mezzo cinema, diffusi da Nielsen, che, rispetto al corrispettivo 2017, segnano una crescita del 37,4%
[http://www.primaonline.it/wp-content/uploads/2018/04/Nielsen_20180412_nota_adv_febbraio_DEF.pdf].
Pertanto il cinema si rivela come il media tra i più apprezzati per la video strategy. L’atteggiamento fiducioso sull’offerta cinema nasce anche dall’aumento del numero dei nuovi clienti che lo scelgono come strumento di comunicazione commerciale per le proprie strategie.
Il cinema ha caratteristiche dal forte valore aggiunto rispetto a qualsiasi altro media presente sul mercato. In sala vale ancora la buona regola di mettere via il cellulare e la disponibilità nello spettatori a recepire il messaggio pubblicitario è di gran lunga superiore sia agli altri mezzi, sia agli altri luoghi OOH [out-of-home, i luoghi al di fuori dell’ambiente domestico].
Il momento pubblicitario diventa parte di un’esperienza unica, coinvolgente e memorabile, un momento di sogno e di evasione. Il cinema come un luna park, dove lo spettatore non si limita a sedersi e a stare fermo, ma a diventare tutt’uno con le immagini sullo schermo.
La proiezione, attraverso immagini impattanti, effetti visivi spettacolari e audio avvolgenti, consegna alle aziende un formidabile touch point per raccontarsi e far vivere una forte esperienza al pubblico, capace di generare un altissimo ricordo spontaneo negli spettatori.
Le emozioni e la fantasia influenzano la percezione, la memoria, la capacità di giudizio, accendono il desiderio e condizionano la decisione all’acquisto. “Il percorso della persuasione si sviluppa più facilmente per le scorciatoie delle emozioni che lungo l’autostrada della ragione” [“La pubblicità” di Annamaria Testa].
Spesso le concessionarie propongono alle aziende un mix di “iniziative speciali” e attività di marketing esperienziale, in modo da creare una situazione unica e indimenticabile, perché il cliente moderno è sempre più spesso alla continua ricerca di stimoli nuovi ed esaltanti, anziché di prodotti, capaci di coinvolgere contemporaneamente i sensi, l’emotività e il pensiero razionale.
Non è importante il prodotto, ma l’esperienza che il consumatore ne trae dal suo utilizzo.
[Stefania Giuseppetti per AZ Franchising]