Storie: l’antica arte del narrare


Ogni giorno miliardi di immagini sono condivise sui social network, poiché costituiscono un elemento fondamentale per aumentare la propensione al click su un determinato contenuto da parte degli utenti.

Generando un impatto immediato ed emozionale, attraverso un linguaggio efficace, incisivo ed evocativo, sono in grado di prendere il sopravvento sul contenuto concettuale del messaggio stesso.

Se si considera che l’uomo ricorda il 10% di ciò che ascolta, il 20% di quello che legge e l’80% di ciò che vede, non è sorprendente la crescita dei social media basati sulle immagini.

Siamo entrati nell’era visiva in cui le immagini si trasformano in veri e propri strumenti di narrazione che suscitano sensazioni immediate e consentono al brand di esprimere la sua essenza.

Il contenuto visivo costituisce un linguaggio efficace, incisivo, evocativo e d’impatto, fornisce una carica emotiva maggiore ai post, assumendo un’importanza strategica per il marketing.

Dal momento che il viaggio del consumatore (customer journey) inizia già molto tempo prima dell’ingresso in un negozio e continua molto tempo dopo che lo ha lasciato, al tradizionale funnel (un percorso ad imbuto del processo di acquisto del consumatore che si compone di quattro fasi, ovvero di strategie volte all’attrazione dell’utente, alla sua conversione in potenziale cliente, alla chiusura del contratto e quindi all’acquisizione del cliente, alla delizia che trasforma il cliente soddisfatto in un sostenitore e promotore del marchio), si aggiungono due nuove fasi: l’ispirazione-aspirazione e la celebrazione. E’ proprio sui social network, attraverso le immagini, che il consumatore segue i prodotti che vuole possedere e decanta quelli che ha acquistato.

L’uomo da sempre è narratore di storie: vive di storie sin da piccolo e percepisce la sua stessa esistenza come una storia. Tutto ciò dimostra che il bisogno di inserirsi all’interno di format narrativi è qualcosa che nasce naturale, anche nel mondo digitale, dove attraverso le storie qualsiasi aspetto e istante della vita più comune viene immortalato e reso eccezionale.

Storie fatte di foto, video, contenuti veloci e freschi che restano online 24 ore e poi si cancellano automaticamente, incoraggiando gli utenti a visitare la piattaforma più frequentemente per non lasciarsi sfuggire l’occasione di perdersi qualcosa.

La funzione “stories”, introdotta per la prima volta da Snapchat (social network preferito dai più giovani, che consente di inviare agli utenti della propria rete foto e video – Snap – visualizzabili solo per 24 ore) nel 2016 approda su Instagram e, a distanza di pochi mesi, anche Facebook ha seguito la moda. Con la diffusione degli smartphone, ognuno può documentare la propria storia attraverso attimi che si vivono e luoghi che si visitano, in quel preciso istante e in tempo reale; insomma, una quantità di immagini da scorrere e commentare, attraverso le quali si possono scoprire luoghi interessanti, eventi che non si conoscevano, persone nuove con le quali interagire.

Dopo Instagram, Snapchat e Facebook, nel 2017 anche Whatsapp ha introdotto questo nuovo modo di condividere il proprio “stato”. Infatti, permette di pubblicare frasi di testo, foto, video e gif animate che scompaiono dopo 24 ore e che, come per gli altri canali, assicurano una forma di comunicazione veloce senza il timore che restino nella memoria dei propri contatti.

L’edizione 2019 di “Italiani e Social Media” ha introdotto una sezione dedicata alle stories su Facebook e Instagram.

Dall’indagine emerge che il 32% degli Italiani preferisce guardare “storie” anziché leggere un post. E così l’antica arte del narrare si trasferisce nel marketing e raccontarsi con le “storie” diventa il modo migliore per stimolare l’esperienza di acquisto.

In fondo le storie sono parte integrante della vita quotidiana di ogni impresa e saperle utilizzare come mezzo di comunicazione efficace apre le porte a nuove possibilità di costruire significati e raggiungere fette di lettori, o di pubblico più ampie.

Oltre che per raccontare il brand, per la breve durata, si prestano bene per sperimentare e testare delle idee e prodotti in maniera veloce, con basse conseguenze nel caso in cui fossero poco graditi.

 

[Stefania Giuseppetti per AZ Franchising]